Occupazione, la dinamica del lavoro dipendente in Veneto nel Secondo Trimestre
03 Ott 2023

Occupazione, la dinamica del lavoro dipendente in Veneto nel Secondo Trimestre

Tasso di occupazione particolarmente elevato al 71,6% in Veneto; la disoccupazione si attesta al 4,2%. A preoccupare la carenza di forza lavoro, competenze e specializzazioni. L’analisi dei dati di Veneto Lavoro.

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Dall’analisi dei dati ufficiali forniti da Veneto Lavoro, nel secondo trimestre del 2023, in riferimento all’insieme dei rapporti di lavoro dipendente nella Regione del Veneto, il saldo delle posizioni lavorative registrato è pari a +51.100 posizioni di lavoro, un valore migliore rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2022 (+46.400 unità) e leggermente superiore a quello dell’analogo trimestre del 2019 (+50.800 unità).

Le assunzioni registrate nel periodo preso in considerazione sono di 235.900 unità, ovvero in calo del -4% sull’anno precedente (caratterizzato da dinamiche particolarmente positive ed una domanda di lavoro sostenuta); continuano tuttavia a mantenersi a livelli superiori di quelli registrati nell’analogo periodo pre-pandemico (+5%).

Le cessazioni riferite ai quattro principali contratti di lavoro dipendente, nel secondo trimestre del 2023, sono state 184.800, in diminuzione del -7% sullo stesso periodo del 2022. La dinamica delle posizioni di lavoro, considerate su base annua, rileva un segno positivo pari a +37.500 posizioni lavorative, più contenuto rispetto al periodo luglio 2021 – giugno 2022 (+63.400), quando si stava verificando la fase più intensa di ripresa dell’occupazione, mostrando ora un ritmo di crescita meno sostenuto.

Dal punto di vista socio–anagrafico, l’incremento occupazionale registrato nel corso del secondo trimestre è imputabile quasi interamente alla componente femminile, mentre per gli uomini il bilancio occupazionale risulta in linea con quello dell’anno precedente.

Per quanto riguarda la cittadinanza dei lavoratori, il saldo del trimestre risulta rafforzarsi nel caso degli italiani mentre risulta in leggera flessione tra gli stranieri. La riduzione delle assunzioni osservata nel trimestre, controbilanciata però da un calo delle cessazioni, interessa in particolare la componente femminile e gli italiani.

Con riferimento alla classe d’età, nel secondo trimestre dell’anno in corso giovani e gli adulti registrano rispetto allo stesso periodo del 2022 un calo sia delle assunzioni (pari rispettivamente a -6% e -5%) che delle cessazioni (-10% e -8%); i senior, invece, presentano una crescita dei reclutamenti (+4%) e una stabilità del volume di cessazioni.

Andamenti per tipologia contrattuale

Nel secondo trimestre del 2023 il contratto a tempo indeterminato registra un saldo inferiore a quello dell’analogo periodo del 2022, pur mantenendosi positivo per +8.500 unità. Le assunzioni nel periodo sono state 33.200 e presentano una lieve variazione negativa (-3%) rispetto all’analogo trimestre dell’anno precedente, in linea con quella che si osserva per le cessazioni (-2%); per le trasformazioni a tempo indeterminato la riduzione è stata più significativa e pari al -6%.

Il contratto a tempo determinato e l’apprendistato registrano saldi positivi e superiori a quelli dello stesso periodo del 2022 (rispettivamente +38.300 e +3.000 unità). I bilanci positivi per queste forme contrattuali sono riconducibili ad una maggiore riduzione delle cessazioni e delle trasformazioni a tempo indeterminato rispetto a quella osservata per le assunzioni.

Le nuove attivazioni contrattuali registrano, infatti, un leggero calo per il tempo determinato -2% e -6% per l’apprendistato. Le cessazioni sono diminuite del -8% nel caso dei contratti a termine; le trasformazioni hanno mostrato solo una lieve riduzione. Per l’apprendistato, le cessazioni risultano stabili rispetto allo stesso trimestre del 2022, mentre le qualificazioni hanno osservato una significativa riduzione, risultando tuttavia in linea con il volume rilevato nel 2019.

Nel secondo trimestre del 2023, il lavoro in somministrazione, pur con un saldo che rimane positivo (+1.300 unità), mostra una flessione rispetto al secondo trimestre del 2022.

I nuovi rapporti di lavoro sono stati complessivamente 33.400, in calo sia rispetto all’anno precedente (-15%) sia nel raffronto con i livelli registrati nello stesso periodo del 2019 (-9%). Pur trattandosi soprattutto di contratti a termine, continua a mantenersi significativo, nonostante una leggera riduzione, anche il numero delle attivazioni di rapporti di lavoro in somministrazione a tempo indeterminato.

Andamenti per settore e provincia

La complessiva flessione della domanda di lavoro nel secondo trimestre del 2023 si compone, sotto il profilo settoriale, di un andamento lievemente positivo (+1%) per l’agricoltura ed un calo sia nell’industria che nel terziario.

Nei servizi, le nuove assunzioni (168.900) hanno registrato un calo del 3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, pur rimanendo al di sopra dei livelli del 2019 (+8%). Il calo è legato all’andamento dei servizi alla persona e più nello specifico alle attività del comparto dell’istruzione (-15%) condizionato dalla tradizionale ciclicità amministrativa che contraddistingue quest’ambito occupazionale.

Calano anche le assunzioni nei servizi di ingrosso e logistica (-5%) e negli “altri servizi” (-13%) mentre, seppur in maniera più lieve rispetto a quanto avvenuto nel primo trimestre 2023, continuano a crescere i reclutamenti nel turismo (+3%). Nel comparto industriale, rispetto allo stesso periodo del 2022, le nuove assunzioni (55.600) mostrano una contrazione (-10%) diffusa a tutti i comparti ma particolarmente severa nelle “altre industrie” (-20%) e, all’interno del Made in Italy, nell’occhialeria (-29%), nel calzaturiero (-22%) e nel legno-mobilio (-21%).

Il saldo occupazionale nel secondo trimestre del 2023 cresce nei servizi (+43.700) con un rafforzamento da attribuire in particolare alle attività legate al turismo (+33.400), al commercio (+4.400) e all’ingrosso e logistica (+3.200).

Nell’industria il bilancio del periodo si mantiene positivo (+2.800) ma risulta in forte rallentamento rispetto allo stesso periodo del 2022. Solo per l’alimentare (+1.000) e per le utilities (+500) il bilancio occupazionale del secondo trimestre 2023 risulta superiore a quello osservato nello stesso periodo del 2022.

Con l’unica eccezione della Città Metropolitana di Venezia (stabile sui livelli dell’anno precedente), il flusso complessivo delle assunzioni continua a mostrare un diffuso rallentamento nel territorio regionale. Il comparto industriale traina ovunque la contrazione della domanda osservata, mostrando un rallentamento importante soprattutto nelle province di Belluno (-18%), Treviso (-15%) e Vicenza (-10%).

Nei servizi, si osserva una diminuzione particolarmente marcata delle assunzioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente in provincia di Rovigo (-11%) e Vicenza (-10%). Il bilancio occupazionale del periodo si mantiene positivo in tutte le province del Veneto e, con l’eccezione di Belluno, risulta migliore rispetto a quello registrato nello stesso trimetre del 2022.

Nell’intero territorio si registra un rallentamento della crescita delle posizioni di lavoro per quanto riguarda il comparto industriale con saldi, pur positivi, nettamente inferiori rispetto a quelli dell’anno precedente. Nei servizi, per contro, il bilancio del periodo è positivo ed in crescita in tutte le province.

Disoccupati

Nel secondo trimestre del 2023 gli ingressi in condizione di disoccupazione sono stati 25.300, un valore in calo del -8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I disoccupati veri e propri, provenienti da precedenti esperienze lavorative, calano del -7%; gli inoccupati, senza precedenti rapporti di lavoro, diminuiscono invece del -17%. Questi ultimi, molto spesso giovani, rappresentano una quota dell’11% del complessivo flusso di Did rilasciate in Regione.

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