Lavoro, gli effetti in Veneto del Decreto Flussi
10 Apr 2024

Lavoro, gli effetti in Veneto del Decreto Flussi

In Veneto registrati 6364 ingressi di lavoratori grazie al Decreto Flussi. Gli stagionali arrivano soprattutto dall’India e sono assorbiti principalmente dal settore agricolo.

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Nel 2023, secondo le stime di Veneto Lavoro, si sono registrati 6.364 ingressi di lavoratori attraverso il Decreto Flussi approvato nell’anno precedente, il 16% rispetto al dato totale di 40.200 nuovi ingressi di lavoratori non comunitari nel mercato del lavoro regionale.

Lo annuncia L’Assessore Regione Veneto al Lavoro Elena Donazzan, commentando l’iniziativa avviata dall’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro di Veneto Lavoro, per cercare di avere un quadro quanto più preciso possibile, a partire dalle comunicazioni obbligatorie, sull’impatto dell’ingresso in Italia nel 2023 di quote di lavoratori stranieri non comunitari, in base a quanto previsto dal Decreto Flussi 2022.

Dall’analisi, inoltre, emerge che in Veneto sono stati assunti 910 lavoratori in meno, a fronte dei 7.274 autorizzati dal Ministero. Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro, spiega questo scarto con le complicazioni normative ancora esistenti all’epoca del decreto Flussi 2022, di cui ora vengono analizzati gli esiti: “I meccanismi di maggiore facilità nell’arrivo dei lavoratori non comunitari sono stati attivati nel 2023, quindi di fatto diventano operativi dal 2024.”

Circa la metà degli ingressi, in prevalenza da Marocco, India, Albania e Bangladesh, è stata assunta con lavori stagionali nel settore agricolo. A distanza di mesi, l’80% di loro è risultato ancora occupato con lo stesso rapporto di lavoro.

Del totale, 2500 ingressi risultano lavoratori non stagionali, occupati principalmente nel settore delle costruzioni, del turismo, dell’ingrosso, della logistica, del metalmeccanico.

A livello territoriale Verona è di gran lunga la prima provincia di inserimento (2.723), seguita da Rovigo e Treviso.

L’assessore regionale, commentando l’analisi di Veneto Lavoro, ha poi aggiunto: “L’obiettivo è quello di potersi avvalere di una base scientifica che consenta alla Regione di provvedere a una stima il più possibile attendibile dei bisogni delle aziende e di avviare con maggiore precisione la programmazione per gli anni futuri.

Il rafforzamento delle quote massime assegnate negli anni, le semplificazioni nelle procedure per il rilascio dei nulla osta e l’aver velocizzato le possibilità di accesso al mercato del lavoro – sottolinea l’assessore – hanno indubbiamente contribuito a rendere il meccanismo più fluido e rispondente ai fabbisogni, seppure in misura ancora insufficiente.”

“Per rendere le procedure ancora più funzionali – conclude l’assessore – sarebbe auspicabile una maggiore integrazione delle banche dati a livello nazionale per monitorare con più efficacia i risultati dei provvedimenti adottati”.

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