Lavoro, nel 2023 sono oltre 5,5 milioni le assunzioni programmate delle imprese
28 Nov 2023

Lavoro, nel 2023 sono oltre 5,5 milioni le assunzioni programmate delle imprese

Quasi la metà delle ricerche di personale è difficile da realizzare: introvabili diplomati ITS Academy e operai specializzati. Lo scenario delineato dal Bollettino annuale 2023 del Sistema informativo Excelsior.

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Oltre 5,5 milioni di assunzioni programmate dalle imprese nel 2023 con contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato per la durata superiore a 30 giorni; 330mila in più rispetto al 2022 (+6,4%) e quasi 894mila in più rispetto al 2019 (+19,4%). È lo scenario delineato dal Bollettino annuale 2023 del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

L’andamento positivo dell’occupazione nel settore privato quest’anno, nonostante condizioni economiche meno favorevoli nel secondo semestre, si deve in particolare all’effetto trainante della filiera del turismo, che supera il milione e 100mila assunzioni previste (+160mila rispetto al 2022 e +291mila sul 2019), del commercio, quasi 749mila contratti (rispettivamente, +77mila e +59mila), delle costruzioni (+40mila e +177mila, per complessive 549mila assunzioni) e delle industrie manifatturiere (con 957mila entrate, +22mila sul 2022 e +103mila sul 2019).

Tuttavia, le imprese segnalano la mancanza di candidati per quasi 1,6 milioni delle ricerche più critiche, mentre una preparazione non adeguata è la causa di 685mila posizioni che le aziende non riescono a coprire nel momento in cui si presenta l’esigenza.

Dati che contribuiscono ad accentuare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro per tutti i profili ricercati, collocandosi al 45,1% delle assunzioni, in crescita del 4,6% sul 2022 e del 18,7% sul 2019. In particolare, raggiunge il 60,3% la quota di criticità per gli operai specializzati.

Per più di 8 assunzioni su 10 i candidati dovranno possedere almeno un titolo di studio secondario: oltre 800mila i contratti per profili con una formazione terziaria (laurea o ITS Academy) e più di 3,5 milioni le posizioni offerte per professioni con un titolo tecnico-professionale e di istruzione e formazione professionale. Difficili da reperire il 65,5% dei diplomati ITS Academy, il 49% laureati e il 46,9% dei qualificati/diplomati professionali.

Oltre al titolo di studio, le imprese valutano anche le competenze possedute dai candidati all’assunzione: le competenze digitali sono ritenute importanti soprattutto per i candidati con un’istruzione terziaria (al 69,2%), ma si sale al 77,2% nel caso delle lauree a indirizzo economico e al 92,6% nel caso dell’indirizzo ICT degli ITS Academy. A tale indirizzo è associata anche l’importanza più elevata per le competenze relative alle “tecnologie 4.0 e alle applicazioni dell’intelligenza artificiale” (64,7%) e all’utilizzo di metodi matematici e informatici (70,8%).

Il Presidente di Confapi Venezia, Marco Zecchinel, commenta così l’analisi dei dati: “Anpal e Unioncamere fotografano la patologia che affligge il mercato del lavoro italiano e cioè il cronico disequilibrio tra l’offerta di lavoro delle aziende e le competenze disponibili presso i candidati. Questo mismatch impatta drammaticamente sulla produttività italiana che continua a non crescere, al pari di quanto avviene con la dinamica salariale. Sono necessari importanti interventi per la formazione post-laurea e post-diploma ma soprattutto una politica di sgravi fiscali che consenta alle aziende di favorire internamente tali processi formativi”

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