Aumenta l'occupazione, diminuiscono i disoccupati e i giovani NEET. Il Veneto supera la media europea, ma permangono criticità legate al gap di genere e allo squilibrio generazionale.
Nonostante un clima di incertezza generalizzato, la manifattura veneta si attende un graduale recupero della produzione industriale, grazie alla spinta proveniente dalla domanda estera.
In Italia cresce l’Indice che misura lo stato di salute delle aziende manifatturiere. Camisa: “Rimarcata la grande resilienza e centralità delle PMI italiane”.
Nel veneziano il 63% dei nuovi ingressi è previsto nelle imprese con meno di 50 dipendenti; tra le professioni più ricercate figure impiegatizie nell’ambito del commercio e dei servizi e operari specializzati. Mismatch domanda-offerta al 52%.
Cresce l’agricoltura che registra un +9.000 posti di lavoro. Tuttavia, si confermano segnali di rallentamento della crescita occupazione e le difficoltà del settore industriale, in particolare del sistema moda e metalmeccanico.
In una lettera destinata alla premier Meloni, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, chiede la riapertura del confronto per l’attuazione della legge e l’attribuzione delle materie, tra le quali export e professioni.
Nel 2023 è cresciuta la richiesta di economisti, medici, ingegneri, matematici. Tuttavia, quasi una selezione su due è risultata difficile per pochi candidati e competenze inadeguate.
A maggio un saldo positivo di 18.500 posizioni lavorative dipendenti. Industria in difficoltà, in controtendenza occhialeria, industria farmaceutica e costruzioni; traina il turismo.
Il manifatturiero è alla ricerca nel complesso di 84mila lavoratori a giugno e di 223mila nel trimestre. Le maggiori opportunità di lavoro sono offerte dalle industrie della meccatronica.
Segnali positivi sul passo congiunturale convivono con un confronto su base annua ancora sfavorevole. In recupero l’industria dei metalli, segno di una possibile ripartenza della domanda di input a supporto dei vari settori.