Veneto, 30mila posti di lavoro in più nel 2022
18 Gen 2023

Veneto, 30mila posti di lavoro in più nel 2022

Crescono i contratti a tempo indeterminato, in flessione il lavoro a termine. Dicembre in calo, come le previsioni per il 2023.

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Il 2022 si è rivelato un anno positivo per l’occupazione veneta, con un bilancio di 29.500 posti di lavoro dipendente in più e un incremento delle assunzioni pari al 14% rispetto al 2021. È quanto emerge dall’analisi dei dati di Veneto Lavoro sull’andamento del mercato del lavoro regionale.

Nonostante, quindi, le persistenti tensioni internazionali legate al conflitto russo-ucraino, le difficoltà di approvvigionamento fino all’aumento dei costi di energia e materie prime e dell’inflazione, la nostra Regione, ancora una volta, ha retto l’urto.

La motivazione principale è da ricercarsi soprattutto nell’aumento dell’occupazione stabile. Tra gennaio e dicembre ’22, infatti, si son registrati 37.400 posti di lavoro a tempo indeterminato in più, a fronte di una contrazione di circa 3.600 posti a tempo determinato e 4.000 in apprendistato.

Ad aumentare sono soprattutto le trasformazioni di contratti a termine, che evidenziano un fenomeno di stabilizzazione di rapporti di lavoro precario dovuto probabilmente alla volontà da parte delle aziende di trattenere i lavoratori, in un periodo di incertezza riguardo al futuro e di difficoltà nel reperimento di manodopera specializzata.

Dando uno sguardo ai settori, si conferma quello del turismo in testa alla ripartenza con un +33%, dopo le determinanti penalizzazioni degli anni scorsi, in relazione alle restrizioni pandemiche.

Le province maggiormente turistiche, infatti, sono quelle che a livello territoriale mostrano l’andamento più positivo: Venezia Verona registrano, insieme, circa 307 mila assunzioni nell’arco dell’anno, la metà di quelle effettuate complessivamente in Veneto, con un aumento rispettivamente del +29% e del +10% rispetto al 2021.

Anche il Made in Italy cresce complessivamente del 14%, con punte del +48% nel calzaturiero, +26% nell’occhialeria e +23% nell’industria conciaria.

Anche sul fronte economico le previsioni sono più ottimistiche rispetto a qualche mese fa. Secondo i dati Prometeia dello scorso dicembre, si stima una crescita del Pil regionale pari al +4,2% a fronte di una media nazionale del +3,8%, mentre per il 2023 prevale una maggiore cautela, con una crescita attualmente stimata al +0,3%, in linea al livello nazionale.

Se il primo semestre dell’anno si è rivelato particolarmente positivo dal punto di vista occupazionale, con un aumento della domanda di lavoro pari al +31% rispetto all’analogo periodo del 2021, nella seconda parte del 2022, invece, si sono registrati i primi segnali di rallentamento della crescita, con una lieve contrazione delle assunzioni che proprio nel mese di dicembre ha toccato il valore minimo di -5% rispetto allo stesso mese del 2021.

Il calo si attesta a 13.100 posizioni lavorative in meno, con un peggioramento sia rispetto allo stesso mese del 2021 (-9.700) che del 2019 (-12.100). Questo saldo negativo, usuale in questo periodo dell’anno per ragioni cicliche e amministrative, è attribuibile a una perdita di posizioni lavorative nel tempo determinato, -12.500, in misura più consistente che un anno fa; nell’apprendistato si arriva a -1.000 posti di lavoro nel mese, un bilancio lievemente peggiore del 2021, mentre nel tempo indeterminato il saldo è seppur di poco positivo, +400 posti, anche se un po’ più esiguo di un anno fa quando era di +500.

La Vicepresidente vicaria di Confapi Treviso, Silvia Sardena, commenta così l’analisi: Il mancato incontro tra domanda e offerta ha varie sfaccettature, tuttavia identificarne la causa diventa quindi il primo passo per delineare una possibile soluzione. In ogni caso, tutte le azioni correttive non possono prescindere dai cambiamenti degli scenari del mercato del lavoro, in una parola adeguarsi alle nuove e mutate esigenze delle imprese e dei lavoratori.

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